TERAMO – Il crollo della discarica La Torre ha portato con sè guai a non finire e non solo sotto il profilo ambientale. Un esempio è dato dal conto ‘salato’ che il Comune di Teramo, attraverso l’avvocatura, aveva presentato davanti alla Corte dei Conti, ai tecnici, al collaudatore e all’allora commissario per l’emergenza discarica, l’ex prefetto Francesco Camerino: un milione di euro, tondo tondo, quale danno erariale provocato alla comunità per non aver eseguito le opere di messa in sicurezza della discarica. Opere che invece erano state regolarmente progettate, eseguite e anche collaudate, con l’avallo di altri Enti: ciò che hanno riconosciuto i giudici di appello della Corte diei Conti, che oggi hanno sconfessato la sentenza di primo grado della magistratura contabile abruzzese e assolto con formula piena tutti gli accusati. Oltre all’ex prefetto Camerino (quale commissario per la messa in sicurezza), gli ingegneri Carlo Taraschi e Roberto Di Giovanni (progettisti) e Maria Angela Mastropietro (responsabile del procedimento), Siro Matani (collaudatore del progetto). Soddisfatto l’ingegnere Taraschi: «Si chiude un brutto capitolo – ha detto – in cui sono state gettate vagonate di fango sulla nostra professionalità, dopo 30 anni di carriera. Tra l’altro in un procedimento acceso dal Comune di Teramo, sull’errata interpretazione di quali fossero i compiti del comune. Tra l’altro il finanziamento era della Protezione civile e non del Comune che dunque non aveva diritto al risarcimento dell’eventuale danno».
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